ITALO E CORTI DI VIAGGIO IMA 2020 I VINCITORI

ITALO E CORTI DI VIAGGIO IMA 2020 I VINCITORI

29 Fulvio Origo, HRS Italia, e Christian Gonzalez, vincitori de I Corti di Viaggio
 

Il 14 settembre 2020, al Superstudio Più di Milano, sono stati consegnati i riconoscimenti della settima edizione di IMA, Italian Mission  Awards. Nel corso della serata, oltre a essere premiati gli operatori del settore turistico e i travel manager, sono stati assegnati i riconoscimenti per la prima edizione de I Corti di Viaggio, il “premio letterario” indetto dalla redazione della rivista MISSION.

 

L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con il magazine Marcopolo TV e Italo si è rivolta a chiunque volesse condividere le proprie esperienze ed emozioni legate a un viaggio di lavoro oppure leisure attraverso un racconto o uno scatto fotografico. Le opere migliori, selezionate da una giuria composta da giornalisti esperti di viaggio e scrittori, sono stati interpretati sul palco da un attore professionista.

Italo è orgoglioso di aver sostenuto questa bellissima iniziativa che pone il viaggio al centro del progetto pertanto ha deciso di pubblicare i racconti degli scrittoti vincitori del miglior corto di vacanza , miglior corto di lavoro  e miglior fotografo di viaggio : Buona Lettura! 

 

Roma - Venezia con amore

di Christian Gonzales

 

Guardavo fuori dal finestrino. Gomito sul bracciolo, non la smettevo di tormentarmi il mento. Il treno Italo fluttuava alla massima velocità, regalandomi scorci di morbide colline toscane rosso ruggine, quasi carezzevoli. Ma non riuscivo a goderne. “Entro mezzogiorno!” Mi avevano avvisato. “Dobbiamo partire subito, prenota il treno.” Avevo detto pochi secondi dopo a Francesca. “Ci daranno un posto al ritorno anche per lui?” “Sì, certo!” “Ottimo.”

Da Roma Termini, proseguimmo in furgoncino. Giunti a fatica tra inospitali montagne - segnale gps troppo debole - lo ritrovammo accartocciato in una gabbia. Lui, dietro le sbarre di ferro, pelo sporco e arruffato, mi aveva guardato supplice.

“Era necessario?” In risposta, un’alzata di spalle.

“Calmo” - mi aveva sussurrato Francesca - “Vai a firmare le carte”. C’era la seria possibilità che non lo rilasciasse nemmeno. Seguii la tenutaria dietro un capanno di pietre. Sotto quelle montagne, le nuvole grigie opprimevano il cielo e l’anima.

La donna tirò fuori un plico. Firmai. Annichilito e impaurito, il cagnolone mi vide uscire. Con le poche forze che aveva, mi venne incontro tremando. Francesca, che lo aveva al guinzaglio, era al limite delle lacrime. “Sei libero, vecchio mio” dissi, abbracciandolo.

Ora lo guardo. Bernardo, disteso sul morbido tappetto fornitoci dal treno, ricambia lo sguardo. Gli occhi, un caldo nocciola con una macchiolina nera sull’iride destra.  Il paesaggio scorre sul finestrino. Lui, muso bianco su pelo fulvo, non si stacca dalle mie gambe. Il sole della laguna di Venezia splende in quei suoi occhi già colmi di gratitudine e di affetto, mentre io e Francesca ci abbracciamo.

 

Viaggio di Lavoro

di Fulvio Origo

 

Varsavia. Fine riunione. Forza, 55 minuti e l'aereo parte!
Sara, CEO per ambizione, madre per vocazione, realizza il poco tempo mancante, saluta distrattamente e si precipita per le scale. Attraversa la hall sospesa sui tacchi con passi veloci e brevi mentre maledice la gonna del tailleur, che la avvolge divinamente, ma la frena irrimediabilmente. Individua il taxi, si carica e si balestra incredibilmente di testa sui sedili posteriori. Io che per scelta non corro dagli anni 80 arrivo in scia, con un po' di dignità in più, aggravando però la situazione.
-50. Si parte. Incrocio lo sguardo contrariato di Sara e so che è meglio tacere.
- 45. Chiedo di accelerare. Il tassista, evidentemente parente di Chronos o ancora sotto shock dall’ingresso a pelle di leone, non si scompone.Sara scorre le email.
- 40. Dal finestrino la campagna oltre l’autostrada degrada pallida confondendosi col cielo grigio carico di neve.
- 35. Lancio quattro parole di circostanza sul meeting, simulando indifferenza al tempo che passa noncurante.Lei annuisce.
-30. Faccio notare che uno in bici ci ha appena superati; il tassista in un impeto di fierezza non ci sta, sgasa, cambia corsia repentino e ci guarda fiero dallo specchietto. Non capisco, ma evito di fargli notare che siamo sostanzialmente, ostinatamente, oggettivamente fermi.
- 25. Avrei scommesso si sarebbe cambiata le scarpe.
- 20. Vedo l’aeroporto. Il tassista parla alla radio in polacco e ride.
- 5. Gate. Sono ancora tutti all'imbarco: ce l’abbiamo fatta!
+5. Tabellone: volo cancellato.
+20. Intravedo il tassista. Mi fa l'occhiolino. Si fa largo in me il sospetto che avesse sempre saputo.
+55. Ancora Varsavia.
Sara mi sorride sconsolata unendo le punte delle sneakers.
E se ne approfittassi per chiederle l’aumento?

 

 

Foto 3

Alba a New York” di Mario Alba, ingegnere responsabile dei controlli dimensionali in Cimolai Group Spa.

Si trova a 386 metri sulla torre più alta degli Hudson Yards a NYC, in quello che è il recupero industriale da 25 miliardi di dollari, più importante di sempre. Cimolai – azienda di Pordenone – è nota per le strutture metalliche che sono nelle opere più importanti del mondo: agli Hudson Yards la carpenteria di The Vessel è di Cimolai, come parti della struttura della stazione di Santiago Calatrava a Ground Zero (fermata del World Trade Center), solo per citare le più recenti.

 

 

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